12 marzo

  • Alle h 8 assistiamo alla lezione di inglese, che ci interessa particolarmente, visto che è la nostra materia di insegnamento. 47 iscritti, 42 presenti, studenti di 12/13 anni, seduti a ferro di cavallo nei locali della mensa si apprestano a svolgere i primi 15 minuti della lezione di inglese: tablet alla mano, la docente (molto giovane) inizia la lezione e per ottenere silenzio alza la mano destra. Gli studenti smettono via via di chiacchierare fra loro e la lezione inizia. Qualche domanda sulle attività: cosa hai fatto in vacanza? Come ti sei sentito in vacanza (attività su aggettivi relativi alle emozioni e alle caratteristiche personali). Fatto ciò, passa a un’attività di rap: tutti tirano fuori un foglio dal quaderno e iniziano a canticchiare seguendo la guida dell’insegnante, che intanto proietta il testo sulla parete per chi non avesse la fotocopia. Finito il rap, che sembra disgustare alcuni studenti, la professoressa si dedica all’attività del giorno: comincia a fare domande sull’Inghilterra, sulla Regina Elisabetta, per poi arrivare a Shakespeare. Con un QR code i ragazzi ascoltano il testo sul bardo (disponibile su http://learnenglishteens.britishcouncil.org ): qualcuno con le cuffie, qualcuno senza, sono tutti liberi di andare a svolgere l’ascolto dove vogliono. Alcuni escono dall’aula, altri si disperdono nella grande sala. Alcuni svolgono davvero l’attività, altri invece sembrano più concentrati su altro. A ogni buon conto, l’attività è da svolgere individualmente. Fatto ciò, la docente, dopo 12/15 minuti circa, richiama gli allievi ai banchi e si comincia a rispondere a un quiz su Kahoot. Il quiz è su Shakespeare, non è chiaro se sia stato preparato dalla docente sulla base del contenuto proposto dal video o no, in ogni caso ai ragazzi viene chiesto di partecipare al quiz e nei successivi 7/8 minuti si svolge l’attività. Finita l’ora, agli allievi viene assegnato un compito: svolgere la lettura a fumetti su Shakespeare presente nel loro libro.

    Nulla di nuovo dunque rispetto alle nostre tecniche di insegnamento, salvo una certa mancanza di feedback sull’operato degli alunni che ci lascia dubbiose.

    Assistiamo ancora a una lezione di lingua tedesca, molto tradizionale, e una lezione di geografia. Assistiamo anche a un momento di confronto tra docente e allieva: l’allieva sostiene di aver risposto in maniera adeguata a un quesito, ma il docente le spiega che non è così. Tuttavia la ragazza mostra al docente come su Wikipedia la risposta sia simile a quella che ha dato lei… il docente verifica su un paio di siti e poi decide di sospendere il giudizio per quel quesito fino a verifica su fonti più autorevoli.

    L’ultima lezione della mattina è arte, per i ragazzi di 15 anni. Ci avviamo in una sala meravigliosa che è il loro atelier e dove gli studenti, tutti con il grembiule o camice per pitturare, si dilettano in una lezione pratica sull’astrattismo. Bellissimo, ci diciamo. Già, davvero molto bello: cavalletti, spazi, banchi e sedie apposite…tutto è perfetto. Chiediamo all’insegnante come mai si siano dedicati alle opere astratte e lei ci dice che ha scelto di affrontare quel tema perché gli allievi sono troppo ancorati all’arte figurativa e dipingono tendenzialmente sempre soggetti esistenti, reali. Chiedo se abbiano svolto lezioni introduttive all’astrattismo, corrente artistica nata da precise volontà e idee, ma la docente spiega che no, non  ne hanno mai nemmeno parlato. O meglio, lei ha spiegato loro che l’astrattismo è l’esasperazione di un dettaglio della trama di un tessuto e si è aiutata con il tablet portando gli allievi a visitare google arts per ispirarsi ad artisti vari.