Lunedì 8, inizio delle nostre attività presso la scuola HOJBY SKOLE a Nørrelunden che ospita allievi/e dai 6 ai 16 anni. Vicepreside o, come lo chiamano in lingua danese, Souschef è Mr. Henrik Moller. Welcome, presentazione e “Introduzione al sistema scolastico danese”.
Interessante la lezione, Midtpunkt level, condotta dell'insegnante di Danese, e seguita dagli studenti forniti di Chromebooks personali.
La lezione, in un primo momento, frontale e improntata su un programma di News per bambini, ha avuto luogo in una classe di allievi/e del 3^ grado: evidenziate le keywords, gli allievi hanno poi discusso sugli eventi trasmessi.
Osservazione ed illustrazione del “Written log” e organizzazione della Scuola pubblica danese. Interessante la parte relativa a “ ICT Thinking - How to be an ICT mentor on Højby Skole?”
Tutta l'attrezzatura necessaria agli allievi per le lezioni scolastiche è fornita gratuitamente dalle scuole.
Si tratta di Chromebooks dotati di schermo da 11,6 pollici affiancati da 2 GB di memoria RAM e da 16 GB di spazio per l'archiviazione dei dati. Leggeri, pesano poco più di un chilogrammi, sono anche economici. Ottimo il fatto che un Chromebook si possa usare non solo quando è connesso a Internet; infatti è possibile dedicarsi a molte attività offline, modificare o creare documenti, presentazioni e fogli di calcolo con Documenti, Presentazioni e Fogli, elaborare foto con l'editor integrato, guardare film, o ascoltare file MP3 . Eccellente il fatto che i Chromebooks consentano l'esecuzione di ogni tipo di task, prevedendo l'upload nel cloud, senza che sia necessario il salvataggio (storage) su obsolete chiavette.I file vengono semplicemente sincronizzati con il cloud quando si è collegati ad Internet.
In un primo momento, decisamente perplesse per l'uso "importante" del device, a scapito di un più tradizionale e "italico" utilizzo di carta e penna.
Il teacher's book è invariabilmente digitale e nella scuola di Hojby, fa balla immagine di sé anche un quaderno per esercitazioni di "bella calligrafia".
Ho pensato di riassumere la prima giornata di visita alle scuole di Odense con questa breve video presentazione.
Antonella Rosina
https://www.youtube.com/watch?v=geTGGsrTwCI&feature=youtu.be
Le classi di alunni hanno a disposizione un ambiente ampio e flessibile, che intenzionalmente ricostruisce una piccola comunità sociale: per ogni gruppo di alunni due aule separate nelle quali distribuire gruppi di alunni, lo spogliatoio con i servizi, gli appendiabiti e il supporto per i numerosi caschetti da ciclista. Tutti questi ambienti si riversano in un ampio atrio munito di cucina, divanetto, isole di vario tipo, una anche con separatori per ricavare uno spazio un po' più riservato dove un piccolo gruppo di alunni si sta consultando sull'attività in corso.
Ci sono anche oggetti strani, come un ombrello aperto appoggiato al divanetto.
Gli alunni seguono una lezione, poi vanno nell'atrio centrale posizionandosi con i loro pc liberamente, per lavorare in modo informale con i compagni, o da soli.
Chiedendo all'insegnante scopro che questa architettura è appositamente studiata per ricalcare una "piccola città" e abituare gli alunni alla sua gestione ordinata e responsabile! Una parete retraibile apre o chiude il passaggio tra due ambienti, a seconda dell'attività in corso. Si respira un senso di normale quotidianità e libertà, ma nello stesso tempo tutto è tacitamente regolato e funzionale.
Carla Vercellone
Il primo giorno siamo in visita alla scuola di Hojby. Ci accoglie il vicepreside, che inizialmente ci presenta la strutturazione del sistema scolastico danese: i primi dieci anni obbligatori (dai 6 ai 16 anni) tutti frequentati in uno stesso istituto; in seguito vi sono 3 anni di scuola superiore, per la quale è possibile scegliere l'indirizzo.
Dopo una breve visita ad alcuni ambienti scolastici, ci spostiamo in un'aula del quarto grado, nella quale si sta svolgendo una lezione basata sulle news di un TG per ragazzi, analizzate attraverso la guida dell'insegnante tramite l'individuazione di parole chiave. I ragazzi lavorano in parte da soli ed in parte sotto la guida della docente, essendo la prima esperienza in tal senso per loro. Nell'aula emerge subito la tendenza a stimolare il più possibile l'autonomia degli alunni; ad esempio vi sono incarichi ben precisi di pulizia dell'ambiente.
Molto interessante è un lavoro che ci viene presentato, che viene svolto settimanalmente dalle insegnanti: Written Log. Consiste in uno strumento di metacognizione, durante il quale una docente rimane in classe con il gruppo per svolgere normali attività, mentre a turno un'esperta educatrice si confronta con un ragazzo alla volta fuori dall'aula circa il proprio andamento scolastico, le difficoltà riscontrate fino a quel momento, i propri punti di forza e quelli deboli. Il fine è quello di individuare gli aspetti su cui è necessario lavorare, trovando insieme strategie adeguate. Credo che questo modo di operare sia piuttosto produttivo, specialmente in una società in cui spesso tutto "scorre" senza la possibilità di fermarsi un momento a riflettere sulla qualità di ciò che si sta svolgendo. Tale riflessione viene svolta attraverso una piattforma della scuola e aggiornata periodicamente, in base ai progressi degli studenti. In Italia invece molto viene lasciato al caso, oltre a dipendere dalla scelta esclusiva dell'insegnante.
Al contrario di ciò che accade spesso in Italia, in Danimarca tutto viene pagato dalla scuola: la mensa, il materiale e anche le dotazioni informatiche.
Durante la pausa pranzo ci stupisce la normalità con la quale viene affrontato il momento del pranzo da parte dei docenti: i bambini portano il pasto da casa o la ritirano a scuola e pranzano appoggiando il cibo sui banchi, a volte scambiandoselo anche. Condividiamo le nostre perplessità con le insegnanti, sottolineando come in Italia la sicurezza alimentare venga sempre messa al primo posto, a volte anche a discapito della molteplicità di esperienze con le quali gli allievi potrebbero confrontarsi. I docenti rispondono che in questi momenti loro sono soltanto tenuti a vigilare sul comportamento, la responsabilità del cibo è della famiglia.
Ci viene spiegato che in Danimarca si lavora passando da un utilizzo parziale del PC nei primi anni di obbligo scolastico fino ad un uso quasi esclusivo. Ciò ci sorprende in positivo per la vasta gamma di opportunità di esperienze che ciò comporta; tuttavia ci lascia perplesse per la riduzione di esperienze che i bambini possono vivere al fine di sviluppare la motricità fine. Inoltre è preoccupante anche la salute della vista. Crediamo che la soluzione migliore stia nel giusto mezzo.
Il vicepreside ci confida che rispetto agli alunni con maggiori dificoltà si stanno registrando molte problematiche, in quanto soltanto da qualche anno sono state pubblicate dal Ministero nuove indicazioni che hanno il difetto della generalità, perciò hanno comportato problemi di organizzazione tra il personale che non sa come agire per rispondere ai bisogni degli alunni. Esistono inoltre ancora classi e scuole speciali.
Elena Curti