10 marzo

  • Accoglienza da parte del Dirigente della scuola e della responsabile della didattica "scuola senza classi". Visita degli Spazi innovativi:

    Casa verde (edificio principale, sede dell’ufficio del team di psicoterapeuti, sede della segreteria, staff room)

    Casa blu e bianca (edificio rinnovato e ingrandito con un’ala nuova – bianca – e sede della mensa)

    Scuola primaria (edificio limitrofo)

    La struttura appare piuttosto recente, tre edifici compongono l’istituto che visitiamo. Nel cortile troviamo qualche scultura lignea, giochi per ragazzini e alberi.

    Le domande si affollano nella mente: come è venuta questa idea? A chi? Quando? Perché? Come l’hanno realizzata? Quanto ci hanno messo? I docenti erano tutti d’accordo? Perché? Ma soprattutto: a chi hanno chiesto il permesso di farlo? Quale normativa gli ha concesso di non avere aule? E domandone tormentone: dove han trovato i soldi per realizzarlo?

    Con pazienza e ordine il Preside risponde. Tutto ebbe inizio da una serie di fatti. Prima del 2007 l’istituto funzionava come ogni altra scuola tedesca. In effetti la scuola di Wutoeschingen rischiava la chiusura, gli studenti erano pochi e il Direttore osservava una certa insofferenza da parte loro. Le classi solitamente avevano la porta chiusa a chiave e quando gli studenti arrivavano davanti all’aula dovevano attendere che il docente la aprisse, con un certo disordine da parte degli studenti. Una volta in classe, poi, gli studenti mostravano impazienza e creavano disordine. Questo non piaceva né ai docenti né al Direttore. Nel 2007 poi vide per la prima volta il seguente documentario:

    https://youtu.be/pfHrgRITnVM

    a proposito della scuola democratica. Nel documentario si poteva osservare come gli studenti fossero autonomi e indipendenti nell’organizzazione del proprio studio, si vedeva come godessero della fiducia degli adulti, dei loro docenti. Nella convinzione che un cambiamento fosse non solo giusto, ma anche dovuto, il Direttore scelse di imbarcarsi nell’impresa dell’innovazione scolastica affinché questa innovazione fosse segno di miglioramento ed evoluzione dell’apprendimento e anche del benessere a scuola, nonché dell’inclusione. Certo, ci dice, non è stato tutto facile. All’inizio molti docenti non erano d’accordo, cominciarono ad andarsene, lasciando così spazio a nuovi insegnanti pronti a questo approccio didattico nuovo e diverso. All’inizio bisognava creare un nuovo set di regole ben precise e definite, funzionanti per ciascun allievo e insegnanti, non è stato un cammino in discesa. All’inizio gli allievi erano comunque molto rumorosi e caotici, ma con il tempo, consolidandosi le pratiche dell’istituto, la vita scolastica è diventata migliore e via via si è sistematizzata portando ai risultati che oggi possiamo ammirare.

    Per questo la scelta del Direttore è stata quella di abbattere le barriere: niente porte chiuse, niente porte, anzi!, niente schemi rigidi, sì alla fiducia nei ragazzi: tanta. E scopriamo che il governo non è allineato con questo tipo di pratica scolastica, del resto però nemmeno la vieta e in questo länder non c’è alcuna legge sulla sicurezza o sulla scuola che impedisca una pratica simile, dunque in totale libertà il Direttore ha fondato la sua nuova scuola, anche con l’aiuto economico dello Stato e del comune, il cui Sindaco si è fatto sponsor e forza co-fondatrice.

    Dal 2012 la Alemannenschule di Wutoeschingen è una scuola per ogni ordine e grado e oggi conta circa 120 docenti e più o meno 880 studenti. Niente male, per un paese di 5000 abitanti circa.