Domani sarà anche il Pi Greco Day, 4/13, come si scrive da queste parti.
Ma oggi la giornata sarà lunga.
Dalla colazione fatta 'al volo' al DWEC il passo è breve. Oggi conosceremo dove andare con precisione e cosa ci riserverà il futuro, che sulla carta è già un pochino nostro..
Primo step della seconda mobilità irlandese: giornata intensa, ovviamente ricca di incontri, spunti e contenuti.
Si parte con la visita introduttiva presso il DWEC, Dublin West Education Centre, dove l’ormai celebre Gerard Mc Hugh ci accoglie con una panoramica sul sistema scolastico irlandese e sulla realtà specifica di Tallaght, grande sobborgo di Dublino che ospita numerose scuole e offre supporto professionale a circa 7000 insegnanti.
Si tratta di un’area densamente abitata in cui non mancano problematiche sociali rilevanti, che i media amano raccontare più drammatiche di quel che sono in realtà. Per contrastare questa tendenza e mettere viceversa in risalto le numerose positività presenti (anche grazie al massiccio investimento di risorse nel campo dell’educazione) il Centro ha curato una pubblicazione dal titolo “Proud to live in Tallaght”.
La mattinata prosegue con un breve spostamento verso le rispettive scuole ospiti: due di noi presso una scuola superiore, gli atri tre presso una scuola primaria.
St. Mark’s Senior National School
Veniamo accolti da Richie Walsh, il Preside della scuola che ospita più di 400 alunni dagli 8 ai 12 anni, dalla vicepreside Clauda e da Mark, un insegnante che si occupa dell’utilizzo delle tecnologie nella didattica. In pratica il nostro alter-ego locale.
Il tempo per un caffè e una brioche, e ci viene illustrata la realtà della scuola.
“Se Tallaght fosse un Donut - la tipica ciambella dolce - la nostra scuola ne sarebbe il centro” - ci racconta il Dirigente, che descrive la St Marks’ come una specie di occhio del ciclone che gode di una situazione relativamente buona rispetto alle zone immediatamente limitrofe dove si registra una maggiore incidenza di problematiche sociali e di integrazione.
Richie è un Preside deciso, carismatico ed orgoglioso del proprio lavoro. Ci spiega che la St. Mark’s Schools si distingue per un investimento non solo massiccio, ma di qualità per una modernizzazione delle metodologie didattiche che abbiamo visto in effetti ampiamente impiegate nelle classi.
La scuola mette in piedi numerose iniziative: awards interni per qualunque disciplina scolastica o per l’handwriting (impressionante la bacheca interna!), settimane dell’arte.
Lasciato l’ufficio del capo, visitiamo una mostra allestita nella palestra della scuola, in cui gli alunni espongono e illustrano i progetti realizzati da ognuno di loro per la “Engineers Week” recentemente conclusasi.
Mark ci accompagna quindi in giro per la scuola, dove - ci dice - non sono state organizzate attività “speciali”, perché l’obiettivo non è stupirci con effetti speciali, ma offrirci uno sguardo sulla quotidianità scolastica.
Visitiamo, in particolare, una delle due classi che la scuola ha selezionato per partecipare al programma della JDO Fundation, realtà americana che sovvenziona scuole di tutto il mondo chiedendo loro di potenziare l’utilizzo dei tablet nella didattica e di lavorare in partnership costante con un’altra scuola aderente al progetto.
Una delle insegnanti di queste classi ci conferma che in effetti grazie a questo programma e alla fornitura di iPad che ha garantito alla scuola, ormai questi bambini del 5^ grado lavorano per il 90% del tempo con l’ausilio dei device elettronici!
Incontriamo diversi altri insegnanti e visitiamo il laboratorio di informatica - una distesa di iMac a perdita d’occhio. Ci diamo quindi appuntamento a domani, per proseguire ed approfondire la visita.
St's Mark Community School
Noi della secondaria abbiamo raggiunto la St's Mark Community School; siamo stati accolti dalla direttrice E. Coein. Giornata superfortunata, la nosta, poichè è quella in cui gli studenti cucinano per i professori. Noi siamo stati gli ospiti speciali. E' stata anche la giornata dell'ora di lettura, dove 22 ragazzi seguiti dai loro tutors leggono e schedano libri e riviste messe a loro disposizione in un bellissimo openspace. Abbiamo iniziato il giro della scuola subito dopo il delizioso pasto. La scuola propone varie attività espressive che si legano alla cultura irlandese, all'espressione artistica tout court (pittura, modellato,ect), alla musica, alle attività di artigianato ma anche al coding (Scracth) e alla programmazione robotica (Lego).
Interessante la metodologia utilizzata dalla collega di inglese L2 per i ragazzi stranieri che non parlano inglese, i quali si distaccano dalla loro classe e imparano l'inglese scrivendo e condividendo le storie delle loro famiglie o del loro paese. Abbiamo scoperto che il gaelico è parlato dal 5-10 % della popolazione, ma abbiamo potuto assistere ad una parte di lezione di irlandese "doc". E' stato bellissimo vedere ragazzi di origini variegate e lontane, cimentarsi nella descrizione di una barca a remi in gaelico. La lingua di lavoro è l'inglese ed è quella parlata in tutta l'Irlanda, ma pare che la seconda lingua più diffusa sia il polacco. Incedibile vero? Eppure le insegnati di questa lingua, parlata da meno del 5% della popolazione sono incredibilmente tenaci, ultime rappresentanti di una lingua storicamente adattata a questi luoghi. Mentre giriamo troviamo un'insegnate di matematica che utilizza dei 'cubetti' come potete vedere...
Servono a far capire ai ragazzi le prospettive (isometrica, assonometrica,.) ed il problema delle linee nascoste.
Devo dire che, anche se non insegno questa materia, ho già fatto l'ordine online,
in modo da averli pronti quando tornerò a scuola, e per fare i corsi di aggiornamento ai colleghi.
Sotto il profilo delle tecnologie informatiche ed infrastrutture di rete tutto sotto microsoft.