Il nostro ultimo giorno prima della partenza. La visita alla Lego House ci ha permesso di concludere questa bellissima esperienza con un pieno di creatività e di idee per la didattica. L'edificio, costruito come una gigantesca costruzione Lego, è caratterizzato dall'uso di quattro colori a ciascuno dei quali corrisponde una dimensione cognitiva: il rosso per la creatività, il blu per il problem solving, il giallo per le emozioni, il verde per la socializzazione.
Verde doveva essere il colore preferito della nostra guida, il ragazzo spigliatissimo e divertente che ci ha condotto ai piani superiori, presidiati nell'atrio da un trio di straordinarie sentinelle, tre giganteschi dinosauri: Duplosaurus, costruito con i Duplo, Systemsaurus, composto con i mattoncini classici, e Technosaurus, costituito da pezzi della serie Technic.
Ogni spazio è insieme espositivo e laboratoriale. Tutti, adulti e non, sono incoraggiati a creare qualcosa e a lasciare ad altri la possibilità di continuare o di ammirare il proprio lavoro.
Tra le attività più divertenti? Quella con Robolab, il linguaggio di programmazione a blocchi, con cui siamo stati ingaggiati per il salvataggio di mammut virtuali intrappolati nel ghiaccio; quella di test drive, che, parimenti all'analoga attività "unplugged" condotta al Komtek in Svezia, stimola il ragionamento su principi di fisica e di meccanica (la mia macchinina ha superato il test!). Credo, però, che l'attività che "mi porterò a casa" sia quella di stopmotion vissuta allo Storylab: a partire da oggetti dati, si deve costruire una storia che deve diventare un film, con la tecnica del passo uno. E' stato divertente cogliere la sfida creativa e dare spazio all'inventiva! Del resto, l'esperienza Lego ci insegna questo: l'innovazione non può essere disgiunta dall'emozione e dal bisogno di esprimere se stessi.