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  • ALCUNE RIFLESSIONI...

     

    La mia prima esperienza di mobilità all’estero da insegnante: esperienza stimolante, occasione di crescita professionale e umana. Cosa mi ha colpito maggiormente: nelle scuole di diversi livelli del sistema scolastico, presidi, docenti e allievi ci hanno accolto con grande cordialità e in tutti ho riscontrato professionalità, disponibilità, serenità, gentilezza e passione per il proprio lavoro, e soprattutto la volontà di integrare l’informatica e le nuove tecnologie nel curricolo scolastico in modo naturale, adeguando strutture e programmazioni didattiche con una continua riflessione. Positiva la presenza di un controllo della scuola a livello territoriale, che garantisce formazione degli insegnanti, valorizzazione dei percorsi di miglioramento e diffusione in rete delle iniziative. Abbiamo anche approfondito il sistema educativo svedese, la formazione iniziale dei docenti e la formazione in servizio, il ruolo dei dirigenti, il ruolo dei centri educativi a supporto delle scuole, la modalità di lavoro con i ragazzini portatori di handicap ed in difficoltà. La mobilità inoltre è stata l’occasione per avere una conoscenza diretta con persone e scuole con le quali costruire future collaborazioni e scambi, anche tra noi colleghi italiani con cui ho condiviso le esperienze "di casa nostra" e discusso la nuova realtà. L’idea di scuola che è emersa  è una scuola più aperta che responsabilizza gli studenti, non solo attraverso l'uso della tecnologia, che lavora per obiettivi e dà fiducia e libertà ai ragazzi: un ambiente più sereno dove docente e alunni stanno bene insieme lavorando per obiettivi comuni e per migliorarsi ogni giorno. Questi sono il ricordo e il messaggio che porto a casa dalla Svezia, che sicuramente mi aiuteranno a mettere in discussione il mio modo di "fare scuola" e a coinvolgere i colleghi per creare ambienti di apprendimento positivi per tutti i nostri alunni.  Seguirà un link su you tube dove condividerò tutti i video e le foto realizzate. Il link dove troverete foto e video è il seguente:
    Grazie a tutti! Isabella Di Leo

     

     

    L’esperienza di job shadowing in Svezia, presso Järfälla, è stata per me molto formativa. Era la prima volta che, come docente, partecipavo ad un programma di Erasmus Plus. Sono stati giorni molto intensi di lavoro, osservazione, comunicazione tra noi e con le persone che abbiamo incontrato. Il gruppo di italiani era variegato; proveniamo infatti da realtà scolastiche molto diverse, sia per utenza sia per grado di scuola. Lo scambio tra noi è stato, tuttavia, molto proficuo. Mi sono recata a Järfälla per ascoltare, osservare, conoscere e rispettare, innanzitutto; ho provato a “lasciare a casa” la mia idea di scuola, la mia esperienza di scuola, per far sì che l’esperienza di job shadowing fosse per me il più possibile formativa e stimolante. Ho potuto osservare delle importanti differenze, come è ovvio, tra il nostro sistema scolastico e quello svedese; era facile scivolare in paragoni e confronti, a mio avviso poco costruttivi. Siamo realtà diverse, siamo persone diverse; questo non significa che le loro potenzialità e le loro idee non possano essere attuate, seppure in forma diversa, anche qui in Italia.  L’organizzazione delle giornate è stata ottima, in un perfetto equilibrio tra lavoro e relazioni sociali. Le realtà scolastiche che abbiamo visitato hanno una didattica basata sull’utilizzo pressoché costante delle TIC. Queste ultime sono perfettamente integrate nella vita scolastica di tutti i giorni; non sono esperienze eccezionali, piccole parentesi in una didattica principalmente frontale. No, sono strumenti di uso quotidiano in TUTTO. La scuola svedese sviluppa l’individuo nella sua totalità; gli alunni sono infatti molto eclettici, studiano matematica, inglese, spagnolo, ma anche musica, falegnameria, cucito, coding e robotica. Fin da piccoli vengono educati a  autonomia e rispetto; si spostano nei vari locali della scuola in ordine e da soli.Alcune delle esperienze di job shadowing di questi giorni mi hanno colpito particolarmente: presso la OLOVLUNDSKOLAN (4 dicembre) gli alunni con bisogni educativi speciali sono seguiti non solo dagli insegnanti, ma anche da un’équipe medico-psicologica, che supporta il loro lavoro; la struttura della scuola è magnifica, le classi sono grandi, tutte dotate di Lim o proiettori multimediali, i banchi sono sistemati a isole, per favorire il lavoro di gruppo e la collaborazione tra pari.  Presso la BJÖRKEBYSKOLAN (5 dicembre) 4 alunni Apple Teachers ci hanno condotto alla scoperta di una realtà scolastica stupenda, molto attenta allo sviluppo completo dell’individuo. Presso il KOM TEK (7 dicembre) abbiamo sperimentato il coding, da Unplugged fino a BBC Micro:bit; un’esperienza fondamentale che vorrei introdurre nella mia scuola.Come sintesi del mio percorso a Järfälla, vi allego questo video…(cliccate sull'immagine)
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    Arianna Ottenga

     

    Anche dal mio punto di vista si è trattato di una straordinaria opportunità di crescita personale e professionale. Oltre ad essere stata la mia prima esperienza di mobilità in servizio e la prima occasione di contatto diretto con realtà internazionali, quella di Järfälla è stata la prima attività formativa con la modalità  del “Job shadowing”. Ho trovato questo approccio particolarmente funzionale al conseguimento degli obiettivi formativi del progetto: la possibilità di affiancare - seppure per frazioni di tempo generalmente brevi - insegnanti delle più varie discipline ha consentito di osservare un panorama ampio e ricco di spunti. La scelta di visitare più di una scuola ha inoltre aiutato a comprendere come il sistema scolastico svedese affronti l’eterogeneità di situazioni, elemento che ben conosciamo nella scuola italiana e che senza dubbio anche qui è presente. Per quanto abbiamo visto, l’utilizzo delle tecnologie digitali è sicuramente diffuso e incoraggiato in ogni modo, anche grazie a massicci investimenti di risorse da parte delle Istituzioni e delle scuole stesse. Ma lo scarto rispetto a molte scuole del nostro Paese - che immaginavo decisamente maggiore - non è certo l’elemento più macroscopico, tra quelli osservati. L’introduzione delle ICT è relativamente recente, la didattica quotidiana si serve per lo più di tablet (quasi sempre iPad) e videoproiettori, solo in qualche caso interattivi. Abbiamo visto utilizzare robot educativi e coding quasi solo nel centro studi e risorse “Komtec”, realtà di ricerca avanzata al servizio di tutte le scuole comunali, alle quali offre attività con le classi, consulenza e prestito di attrezzature, oltre ad organizzare attività extrascolastiche pomeridiane aperte a tutti. Ma si tratta comunque di una realtà “di eccellenza”, non ancora di una pratica diffusa e consolidata all’interno delle scuole. Ciò che colpisce non è quindi tanto la ricchezza di questi “tools”, quanto la solidità strutturale della “tool box” di cui essi entrano a far parte. Tutte le scuole visitate, dalle più ricche ed avanzate alle più modeste, sono evidentemente progettate, realizzate, organizzate, condotte e vissute come ambienti di benessere e apprendimento. Gli insegnanti lavorano con ritmi generalmente distesi e ben organizzati, dando la sensazione di concentrarsi non troppo sul “cosa” gli alunni facciano, quanto piuttosto sul “come”, denotando cioè poco affanno rispetto alla quantità dei contenuti e delle conoscenze, a favore di attività evidentemente mirate allo sviluppo e al consolidamento  di competenze trasversali. Questo si ripercuote visibilmente sul mood degli allievi, la cui “vivace tranquillità” contraddistingue tutti gli ambienti che abbiamo avuto modo di visitare.
    Ho avuto la fortuna di essere parte di un gruppo di insegnanti estremamente eterogeneo, elemento che dal mio punto di vista ha reso particolarmente vivi e proficui il dialogo e il confronto, potendo contare su punti di vista e prospettive diverse, arricchenti e stimolanti. Spero di saper restituire con efficacia ai colleghi della mia scuola le impressioni raccolte in questi giorni, e proverò senza dubbio ad attuare alcune delle metodologie didattiche osservate nella mia realtà.
    Massimiliano Marello (Le mie foto della settimana a questo link
    https://drive.google.com/drive/folders/1wKpuocwxryFcihPx4aymFQmd5tUlEmnh?usp=sharing
     

     

     

    Il bilancio della partecipazione all’attività di job shadowing svoltasi in Svezia dal 3 al 8 dicembre 2017 è molto positivo. L’esperienza ha rappresentato l’occasione di conoscere modelli organizzativi e utilizzo di tecnologie e strumenti nell’ambito della didattica. Ciò che maggiormente ho apprezzato è l’aspetto organizzativo. Gli edifici scolastici sono mediamente ampi e gli spazi razionali. A livello centrale comunale avviene invece l’organizzazione delle attività per ogni ordine di scuola. Un buon esempio di efficienza. Impossibile da non apprezzare, ed invidiare, è la disponibilità di strumentazioni tecnologiche per la didattica. Ciascun ambiente didattico è dotato di lim e la connessione Wi-Fi è disponibile per docenti ed allievi. Il livello di richieste didattiche sono parse al contrario di difficoltà inferiore rispetto alle competenze di pari grado previste nel percorso di studi italiano. Particolarmente interessante è stato riscontrare l’importanza riservata all’insegnamento di educazioni pratiche quali la cucina, il cucito e la falegnameria. Quanta nostalgia per la scuola italiana quando c’erano le applicazioni tecniche. Significativi, per ampiezza e dotazioni sono gli spazi dedicati all’educazione musicale e motoria. Per quest’ultima da sottolineare la presenza di insegnante specializzato sin dalle classi prime della primaria. Ultima annotazione riservo agli spazi per docenti: la sala insegnanti e’ uno spazio accogliente e informale che invita alla conversazione e di conseguenza alla socialità tra colleghi.
    Pierpaolo Varrone

     

     

    Il “Job shadowing” a Järfälla in Svezia presso Tallbohovskolan, Björkebyskolan, Fjällenskolan e Kvarnskolan mi ha permesso di vivere un’esperienza conoscitiva, probabilmente irripetibile, del sistema scolastico svedese. In tutte le scuole, pur nella loro diversità, anni di realizzazione delle strutture, dimensioni, tipologia dell’utenza, si vive un clima sereno, rilassato e produttivo nel quale tutte le componenti della scuola: dirigente, insegnanti, studenti, personale amministrativo e personale addetto alla manutenzione, lavorano e vivono. La gestione di attività in autonomia, il rispetto delle persone, il rispetto delle cose proprie e altrui, rispetto dei tempi dello scolaro/studente sono obiettivi trasversali che vengono pienamente raggiunti con una gestione ed un’organizzazione delle attività scolastiche attenta e meticolosa. Ad esempio: le aule sono dotate di strumenti per la pulizia e dopo l’utilizzo vengono lasciate pulite così come sono state trovate, gli spostamenti avvengono in maniera autonoma senza disturbare il lavoro altrui; lo studio può avvenire autonomamente in spazi dedicati; durante la pausa dedicata al pranzo, nella mensa, organizzata a buffet, i ragazzi autonomamente si servono e devono mangiare tutto ciò che mettono nel piatto, si riempiono il bicchiere con acqua prelevata dalla rete comunale con un sistema che non consente sprechi o con il latte, spreparano lasciando il tavolo pulito per gli altri che dovranno usufruire del servizio, dispongono il vassoio, i piatti, le posate e i bicchieri negli appositi contenitori pronti per il lavaggio con la lavastoviglie; gli intervalli all’aperto non sono controllati da docenti. La didattica si svolge dal lunedì al venerdì con inizio tra le 8:00-9:00 e fine delle attività tra le 15:00 e le 17:00 ad ogni unità di lezione di 45-50 minuti segue una pausa di 10-15 minuti. Tra le 11:00 e le 12:30 c’è una pausa pranzo di circa 30 minuti. Il contenuto delle lezioni viene dichiarato prima dell’inizio e solitamente sono strutturate in tre fasi: presentazione dell’attività (15-20 minuti), realizzazione dell’attività (15-20 minuti), verifica del lavoro realizzato. L’uso delle nuove tecnologie è diffuso, così come è diffuso l’uso dell’IPad con App specifiche per la didattica. I laboratori (musicale, falegnameria, cucito, tecnologia), biblioteche e palestre sono sempre ben organizzati e dotati di varie e numerose attrezzature. Ed infine gli spazi per gli insegnanti: accoglienti con poltrone e divani, cucina frigorifero, lavastoviglie…. Rispetto all’Italia la scuola è veramente tutta un’altra cosa.Tutto è stato splendido grazie anche alla simpatia e disponibilità di tutti i colleghi che hanno partecipato all’esperienza. Grazie all’USR Piemonte e in particolare ad Anna Alessandra Massa, Francesca Carpo e Silvana Rampone che ci hanno permesso di vivere tutto ciò.

    Presentazioni con sway: - parte 1^: https://sway.com/ewjf10HxcB379Ga6?ref=Link- parte 2^: https://sway.com/Sr6QFe4Ze7lYSLVi?ref=Link

    Gregorio Marafioti  

    Mi ritrovo in tutti i commenti dei miei colleghi che mi hanno preceduto. Ho apprezzato la umiltà dei colleghi svedesi e la loro accoglienza. Ho anche apprezzato lo sforzo teso a sviluppare il pensiero critico dei discenti , la somministrazione di lezioni che diano spazio a un pensare " out of the box". Il team dei colleghi italiani è  eccellente, capace di investigare a fondo, andando oltre le apparenze. Anche il sistema scolastico svedese condivide problematiche simili a quello italiano,uno fra molti la comunicazione scuola-famiglia . Mi ha colpito, soprattutto nella primaria la presenza di molti insegnanti maschi. Mi ha anche sorpreso l'approccio del loro insegnamento della lingua inglese. Meno grammatica, più pratica e spazio a lunghe letture e composizioni in lingua lunghe e meno strutturate. Soprattutto a differenza di ciò che pensavo le ore dedicate alla lingua inglese sono meno di quelle in Italia! Ma c'è un ma. I loro risultati eccellenti, anni luce avanti rispetto ai nostri , sono la risultanze di una sinergia  tra insegnanti. Tutti infatti si impegnano nelle loro lezioni a usare di tanto in tanto la lingua d'Albione. I libri sono totalmente in lingua e il metodo dà  spazio all'intuizione.Non esistono come da noi istituti privati col compito to bridge the gap a cui i genitori ricorrono in Italia. Cercherò  di lavorare in sinergia con i miei colleghi in Italia affinché l'insegnamento di lingua inglese diventi piu  proficuo. Sarebbe buona pratica che questo progetto in futuro coinvolgesse più insegnanti possibile.   Deligio Ivan.

    ESPERIENZA FANTASTICA
    E' difficile aggiungere qualcosa di diverso dai commenti precedenti, che condivido pienamente. Posso assolutamente confermare la validità dell'esperienza della mobilità in Svezia, sia a livello formativo e sia a livello umano (dove si è andati ben oltre le mie aspettative). Questi stimoli hanno contribuito ad aumentare le mie conoscenze personali ma soprattutto ad incrementare la motivazione all'insegnamento: ho trovato molto arricchente andare alla ricerca di buone pratiche e di confronti con docenti svedesi e con colleghi italiani di altre realtà educative. Le buone pratiche che mi sono rimaste nel cuore e che ho osservato in tutte le Scuole Svedesi sono le seguenti:  che si presta molta attenzione al PROCESSO di apprendimento (non solo ai contenuti) e che già dall'infanzia si cerca di stimolare l'autonomia, la responsabilità e la creatività; il moderno (quali strutture e strumenti informatici) convive con la tradizione (ad esempio le attività manuali: cucito, lavorazione del legno, cucina).
    Elisabetta Bergia

     

    Una esperienza certamente stimolante. Un cambiamento di prospettiva profondo a partire dalla luce diurna della Svezia che è di per sè un elemento di novità per i nostri occhi abituati a latitudini più mediterranee. Certamente anche molto interessante vivere dei giorni di scambio intensi con colleghi italiani. Opportunità molto rara nella scuola italiana. La qualità dei rapporti tra docenti svedesi (e tra i docenti e la Presidenza) è certamente una delle differenze che ho trovato più significative rispetto alla realtà italiana; Anche al di là della indubbia superiorità delle infrastrutture ed attrezzature Svedesi. Nelle scuole Svedesi che ho visitato mi è parso essere presente uno spirito di lavoro in gruppo di tipo strutturale. La scuola italiana a confronto mi pare molto più individualista e questo riguarda tanto chi la frequenta come studente quanto per chi ci lavora.
    Le strutture sono state ai miei occhi impressionanti. Non solo per la loro oggettiva ricchezza ma sopratutto perchè architettonicamente pensate come scuole. La strutturazione degli spazi e la concezione della didattica presentano un livello d'interazione così profondo da farne un dato infrastrutturale. Questo in italia assolutamente non esiste, lo spazio non è concretamente consideraato uno degli elementi costituenti del setting didattico.  Mi è poi parso esserci un piano di fondo sul quale è importante riflettere. La scuola Svedese mette al primo posto le cosiddette competenze di cittadinanza. Ho notato che lo sforzo non è tanto sull'approfondimento dei contenuti disciplinari in se quanto piuttosto cè uno sforzo coerente e continuo (a partire dalla più tenera età) nella costruzione di un cittadino in grado di cooperare ed interagire produttivamente con gli altri. L'approfondimento dei contenuti disciplinari è la mission dei gradi superiori dalla high-school fino alle università.
    Al contrario in Italia personalmente mi pare che ci si preoccupi molto del contenuto e poco del contenitore....ma se in metafora il contenitore è malandato e pieno di buchi hai voglia a buttare dento contenuto. Dopo l'esperienza resta da affrontare il nodo di come trasmettere questa esperienza nella scuola in cui lavoro tutti i giorni. Messe in cantiere un paio di attività, tra le quali una apericena "Viaggio fotografico nella scuola svedese", resta il problema  di come incidere sulla stentata (mi si permetta il giudizio) innovazione didattica nella scuola italiana. Cè certamente, qui da noi, una grave mancanza di risorse infrastrutturali e di risorse, ma non è tutto qui!
    Alcune delle cose che ho osservato in Svezia si potrebbero fare già da subito nelle scuole italiane, ma sostanzialmente vi è una grossa difficoltà a costruire un modello condiviso di rinnovata didattica. E l'uso praticamente esclusivo delle  lezioni frontali continua ad imperare un pò ovunque, addirittura nei corsi di formazione sulla didattica innovativa (proiettare slide non cambia la natura di una lezione frontale).. Qui la grande differenza con la Svezia dove la scuola è socialmente importante e progettata in modo coerente nei tempi, nelle risorse e negli obiettivi da raggiungere. Una esperienza faticosa che mi sento certamente di consigliare ai colleghi.
    Luciano Morra

     

     

    Riassumo in aspetti positivi e critici sui diversi coinvolti l'esperienza vissuta con riferimento alle possibili connessioni con le nosre realtà italiane.

    PLUS
    Livello nazionale (MIUR):
    - definizione di un curricolo per l’obbligo scolastico uguale per tutti i cinque anni della scuola secondaria con particolare attenzione alle competenze di base, incluse quelle legate a dimensioni pratiche (vedi artigianato) o culturali (arte e musica);
    - struttura dell’orario scolastico per studenti su mattina e pomeriggio da lunedìa venerdì;

    - struttura dell’orario di lavoro dei docenti con 45 ore settimanali totali di cui 35 ore a scuola, di cui 16,5 ore di lezione, con strutture di lavoro adeguate (uffici per docenti divisi per dipartimenti/consigli di classe);

    - elevato investimento economico/finanziario sull’istruzione (circa 10% PIL).

    Livello locale (USR/ambito):

    - gestione unificata degli accessi alla rete e alle piattaforme didattiche (registro elettronico, fornitura libri di testo, servizi Google) di tutti gli studenti di tutte le scuole;

    - strutture di riferimento e consulenza per l’uso ICT sia per progetti di eccellenza sia per necessità inclusive.

    Livello dirigenziale:

    - utilizzo di chromebook per fornire agli allievi dispositivi mobili con risparmio sull’hardware;

    Livello personale:
    - utilizzo di schede micro:bit per l’introduzione alla programmazione e all’uso delle schede di acquisizione/controllo;

    MINUS

    Tutti i livelli:

    - l’impostazione della scuola è coerente con un sistema economico dinamico che valorizza la professionalità e che consente la promozione dell’autonomia della persona; tale sistema sembra però debole in presenza in situazioni di disagio come quelle che stanno emergendo negli ultimi anni;

    - la capacità di gestire la classe in situazioni difficili sembra lacunosa e critica.

    Andrea Piccione

     
     

     

     
     
     
    A questo indi il mio diario di bordo nello Sway incorpora

    Il mio feedback personalizzato è in forma di diario di bordo fruibile al seguente Sway

    Grazie a tutti! Arianna Coviello

    Mobilità progetto 2016-1-IT02-KA101-023997  Svezia_Järfälla_17 Appunti di viaggio di Arianna Coviello
    Arrivo a Stoccolma e ambientamento.
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