26 marzo

  • Primo giorno, prime attività e prime scoperte

    Arriviamo all'European Schoolnet con la metropolitana, la mappa è di seguito.

    Il gruppo e il conduttore

    Il gruppo è di 28 colleghi provenienti da varie nazioni d'Europa: Spagna, Austria, Polonia, Portogallo, Italia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia.Gruppo di docenti europei

    Bart Verswijvel, il conduttore, è abile nel gestire il rapporto con l'aula ovvero scandisce i tempi e spazi con rigore ma senza rigidità. Si capisce sia l'approfondita conoscenza degli strumenti web sia l'accurata programmazione dei diversi passaggi del workshop. Il suo lavoro aiuta ad avviare riflessioni e attività concrete per ripensare lo scenario educativo per la scuola del XXI secolo, in chiave tecnologica e  interattiva.

    Educazione futura e spazi d'apprendimento

    Il presupposto del workshop è il processo di digitalizzazione della vita sociale ed economica in atto in forma diffusa da circa 30 anni. Lo ricordo perché la distribuzione, l'accessibilità a basso costo delle conoscenze ha trasformato i processi sociali di gran parte del mondo attuale e con essi anche le modalità della didattica.

    Gli scenari della didattica possibile in futuro richiedono il ripensamento e la riorganizzazione sia degli spazi sia dei tempi. Ci è già capitato di vedere fotografie di banchi disposti in modi decisamente diversi come lo sono per la lezione frontale. Inoltre, giacché l'organizzazione dello spazio e del tempo esprime ideologie, gerarchie di valori e filosofie di vita, allora la disposizione dei banchi secondo la "lezione frontale" appartiene a una interpretazione della persona e dei rapporti sociali distante da quella che si sta configurando da quando il "digitale" e la "rete" sono entrati nelle nostre vite. Esponendo per punti gli aspetti chiave del cambiamento che nel workshop si sono toccati, abbiamo:

    • la conoscenza non è più esclusiva di poche istituzioni, che nei casi migliori possono assumere al massimo il ruolo di enti certificatori e comunque devono rinunciare a quello di custodi; 
    • le conoscenze sono distribuite, diffuse e perciò disponibili a tutti a basso costo;
    • la moltiplicazione delle modalità di distribuzione rende le conoscenze più difficili da valutare e da comprendere;
    • il docente non è più il detentore unico di una conoscenza stabile. Nella letteratura dedicata all'argomento si preferisce parlare di tutor;
    • la scuola abbandona la funzione trasmissiva della conoscenza per assumere quella di agevolatrice dell'apprendimento e di sviluppo del senso critico delle notizie attraverso l'elaborazione personale degli studenti;
    • spazi, tempi e strumenti dell'apprendimento devono rappresentare questo cambiamento in modo che l'apprendimento sia esperienza unita a riflessione sull'esperienza.

    Lo spazio del workshop come ipotesi spaziale della didattica

    Il cartello che ci ha accolto all'ingresso sottolinea da un lato l'attenzione alle attività di chi impara (learning) e dallì'altro la centralità dello spazio, che non può più essere limitato alle mura fisiche dell'aula le quali trasudano dinamiche di insegnamento trasmissivo, dall'alto (il docente) al basso (l'alunno). La classe è un processo relazionale aperto all'esterno secondo le modalità che di volta in volta si determinano a seconda degli eventi e degli stimoli proposti.

    La pianta dell'aula in cui si è tenuto il workshop può essere preso come come modello di organizzazione possibile dello spazio d'aula, che diventa nella sua forma più evidente uno spazio d'apprendimento. Ogni zona dell'aula ha una propria funzione.

    Ogni zona ha una propria funzione che elenchiamo da Present, cerchio arancione in senso orario:

    1. Presentare: spazio in cui il tutor, lo studente, un gruppo presenta attività usando schermi e computer.
    2. Investigare: spazio con computer collegati alla rete.
    3. Creare: nello spazio del corso ospitava un tavolo con delle macchine programmabili destinate principalmente all'equivalemnte della nostra scuola primaria. Fra le tecnologie usate Lego Mindstorm. Questa area e la precedente sono arredate e colorate in modo da mettere a proprio agio le persone, adulti o bambini.
    4. Scambiare: la zona ha un ampio schermo interattivo (tipo LIM). Le persone stanno in piedi come se partecipassero a un incontro di persona in una stanza.
    5. Sviluppare: lo sviluppo in questo caso è inteso anche come coding ma non solo.
    6. Interagire: nell'immagione risulta simile alla classe stile "frontale". Nella realtà del laboratorio è uno spazio simile a quello della Presentazione.

    La piantina esplicita la grande varietà di attività e di funzioni che l'area circoscritta dell'aula può assumere per divenire spazio didattico laboratoriale aperto agli scambi all'interno del gruppo e allo stesso tempo capace di ricevere ed elaborare gli stimoli provenienti dall'esterno. I muri dell'aula, lungi dall'essere limiti invalicabili che chiudono lo spazio, diventano finestre aperte sul mondo esterno, in quanto aree utili per le lavagne elettroniche. Una specie di "sistema sensoriale digitale" che mostra parole, immagini e suoni provenienti dall'esterno e la loro elaborazione da parte di chi è dentro l'aula.

     

    L'esposizione nello spazio della presentazione

    Da notare che le attività individuali sono frutto sia dell'ascolto di chi parla sia della riflessione individuale sul proprio computer o sui propri appunti.

    Nello spazio dedicato alla creazione

    Fra gli strumenti anche un carica batterie o dispositivi a celle solari, di seguito l'immagine. 

    I servizi in uno spazio d'apprendimento

    Come ricorderete, lo schermo del mio smartphone si è rotto irrimediabilmente. Disperato per le fotografie da usare per la presentazione, mi rivolgo a Bart spiegandogli il problema. Prima che possa finire di parlare, mi indica una cassa piena di tablet in carica invitandomi a prenderne uno qualsiasi. Ognuno è predisposto in modo da collegarsi con il wifi e ha un account di Gmail per spedire le mail. Altra indicazione per gli spazi d'apprendimento per il futuro:

    Il tablet nell'aula del futuro è l'equivalente del blocco note cartaceo nell'aula del passato.

     

    Devo solo essere attento a non lasciare dati personali o le chiavi d'accesso ai miei account memorizzate nel tablet.

    Inoltre ci sono dei banchi con delle torrette per l'alimentazione dei computer e dei device dei partecipanti. Ma sopratutto prima di iniziare il workshop, prima di effettuare le presentazioni, prima che Bart dica di essere Bart, prima che lo spazio dell'aula diventi un mondo di parole, proposte e avventure, prima di tutto, Bart comunica le chiavi d'accesso al Wifi. Per le due giormnate del workshop 30 persone, fra partecipanti e conduttore, si collegheranno in modo continuativo e intenso al web. Molti i partecipanti con due device: Note Book e smartphone. Nessuno di noi, avrà il più piccolo problema di collegamento durante i due giorni di workshop.

    La torretta con le prese per l'alimentazione del computer

    Usare in modo efficace questo spazio complesso per molteplicità di funzioni e di infrastruttura tecnologica, implica programmazione che alterni proposte, elaborazione e punti di riferimento comuni. In particolare il conduttore aveva predisposto un corso sulla piattaforma di elearning www.schoology.com per condividere documenti, indirizzi mail, elenco dei nominativi e documenti prodotti. Ogni azione di formazione prevedeva l'accesso a un servizio web specifico, un'attività specifica, da svolgere da soli o in gruppo, e una discussione pubblica. I servizi web hanno supportato tutte le azioni tipiche del processo di apprendimento: ricerca di conoscenze; test; attività di gruppo; visualizzazione degli esiti.

    La strutturazione complessiva del workshop ha avuto come riferimento teorico e operativo i 5 Toolset del Future Classroom Toolkit elaborato da Euroepeam Schoolnet. Questo Toolkit individua in cinque passaggi le fasi per introdurre nelle attività d'apprendimento e infrastrutture tecnologiche per le classi del futuro. Il toolkit permette di definire un percorso attraverso il processo d'innovazione concentrandosi sulle modalità d'apprendimento che permetettono di sviluppare le competenze del XXI secolo.

    Link ai servizi web utilizzati:

    Sera

    Panorama di BruxellesAndiamo tutti al ristorante riservato dal Euroschool.net per l'occasione. La sala ha una terrzza da cui si può ammirare il panorma di Bruxelles. La maggior parte dei partecipanti si trova e parla liberamente del proprio lavoro, di eventi della vita, la famiglia. A mano a mano che la cena prosegue i discorsi si fanno meno formali e ci ritroviamo a parlare di difficoltà condivise: come rapportarsi agli studenti, ai loro codici di comportamento che scopriamo essere generazionali e non nazionali; quale valore dare alla nostra professione e alle nostre esperienze. Molti hanno competenze di alto livello avendo coordinato e diretto progetti internazionali complessi e articolati, altri sono alle prime armi. Si parla dei sistemi scolastici delle diverse nazioni raccontati dal punto dall'esperienza vissuta di chi ha scelto di insegnare. I diversi sistemi legislativi e scolastici si rivelano espressione di culture, idee e tradizioni secolari ma anche di urgenze improvvise. Per esempio, i paesi dell'Est Europa risentono sia della cesura della caduta del Muro di Berlino ma allo stesso tempo mantengono prassi di impronta sovietica. Scopro che in alcuni paesi i dirigenti hanno libertà totale di assumere i docenti che prefersicono, oppure che il lavoro di dirigente è affidato a una persona sulla base di una decisione presa a maggioranza su 5 voti espressi da 4 stakeholder: i genitori, i docenti, il comune, il ministero dell'istruzione (titolare di 2 voti). Nessun concorso pubblico, nessun corso di formazione, nessuna graduatoria. Solo la capacità relazionale e politica di conquistare 3 voti su 5.