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  • Nonostante abbia già qualche anno di insegnamento alle spalle sono sempre alla ricerca di nuovi spunti che solo il confronto con altre realtà e lo scambio di esperienze tra insegnanti può dare. Penso ci sia sempre qualcosa da  imparare per migliorare o rivedere il mio modo di fare lezione.

    Desideravo da tempo fare un’esperienza di job shadowing,: osservare gli altri e cogliere nuovi spunti potrebbe essere utile anche con i miei colleghi di scuola o italiani, poterlo fare in Norvegia (le mitiche scuole del Nord), in inglese, osservando in particolare la ricaduta che l’uso della tecnologia ha sulla didattica è stata  un’occasione bellissima che ha messo insieme i  miei interessi principali.

    Il nostro Liceo aveva già collaborato con la scuola di Kongsberg per un altro  progetto Erasmus (Ambasciatori di pace) e aveva coinvolto studenti di varie nazionalità.  La Kongsberg Videregaden SkoleE è  una scuola normale,  non particolarmente all’avanguardia  dal punto di vista tecnologico, ma in Norvegia la normalità prevede che ogni studente sia dotato di un computer in comodato d’uso e così ogni docente, che la rete wifi sia particolarmente efficiente e stabile da supportare migliaia di dispositivi collegati, vi siano spazi a scuola dove poter lavorare con altri colleghi, si utilizzino piattaforme didattiche. Insomma la scuola dei miei sogni!

    A me piacerebbe molto lavorare in questo contesto e credo che la mia didattica e l’apprendimento dei miei allievi migliorerebbe sicuramente.

    Ma sarà vero? Cosa ne pensano i colleghi norvegesi che hanno tutto questo a disposizione? E gli studenti?

    Sono partita quindi per osservare principalmente la ricaduta sull’apprendimento degli studenti.  

    Le lezioni a cui abbiano assistito non sono state “scelte” o “preparate ad hoc”, ci sono stati vari cambi di programma, alcuni docenti sono stati avvisati solo la mattina stessa, alcune lezioni sono state cancellate per la tragedia avvenuta nei giorni di nostra permanenza, ma questo ci ha dato modo di poter osservare in modo molto discreto le loro pratiche  quotidiane. Abbiamo intervistato e parlato con molti docenti e studenti. Sicuramente la dotazione tecnologica che la scuola mette a disposizione di docenti e studenti, rende facile e immediato l’accesso a qualsiasi contenuto digitale. L’utilizzo condiviso di una piattaforma di apprendimento didattico è sicuramente utile: la programmazione è chiara e visibile, strettamente collegata agli obiettivi di apprendimento. I contenuti sono accessibili da tutti, la comunicazione avviene in modo chiaro e istituzionale. Tutti i compiti vengono assegnati tramite la piattaforma e viene caricata la loro correzione affinché il controllo degli stessi possa essere fatto in autonomia. Insomma l’uso di un ambiente di apprendimento condiviso tipo la piattaforma ITS learning che loro utilizzano è sicuramente un modello di buone pratiche.

    Da quello che invece abbiamo potuto osservare in questi giorni di job shadowing, il computer sempre acceso sul banco è  fonte di distrazione continua per molti allievi, non tutti lo usano sempre per fini didattici e i docenti da noi osservati non hanno mai eseguito particolari controlli sul loro uso corretto, preferiscono si sviluppi una sorta di autocontrollo ed uso consapevole delle tecnologie.

    Abbiamo notato che gli allievi che non hanno voglia di seguire la lezione non disturbano gli altri. Il fattore determinante per la buona riuscita della lezione  è sempre il docente, se la tecnologia viene utilizzata solo per proiettare le pagine del libro di testo e  il tipo di lezione rimane sostanzialmente la lezione frontale, l’attenzione degli allievi cala. Se l’insegnante riesce ad usare la tecnologia per attivare vari stili di apprendimento allora l’attenzione rimane alta. Questo conferma, a mio parere, che la tecnologia è ovviamente uno strumento che facilita la messa in pratica di buone pratiche didattiche e non le sostituisce.

    In ogni caso il clima che ho osservato nella scuola era molto buono, non ho colto alcun tipo di conflittualità tra allievi e docenti, tutto si basa sulla motivazione personale degli allievi e anche questo sarà un altro punto su cui riflettere. Altro spunto di riflessione sarà analizzare con più attenzione il report che ci hanno fornito sull’indagine effettuata sull’uso delle TIC, report  ricco di dati interessanti e correlazioni varie riguardo la ricaduta didattica.

    E’ stata una bella esperienza e mi piacerebbe poter avere in futuro altre occasioni per potermi confrontare con realtà diverse.

    Per ora ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa: grazie!!!

    Linda

     

     

    Concordo con Linda sulla bellezza del job-shadowing ed anche sulla sua importanza: secondo me potrebbe essere consigliato ai docenti come forma di aggiornamento. Avevo già avuto occasione di visitare la scuola che ci ha accolto per questa esperienza in occasione di una mobilità Erasmus ed ero molto curiosa di chiedere a docenti e studenti se e quanto il computer abbia migliorato l'insegnamento / apprendimento e in che modo. Sapevo bene che era una scuola "normale" e proprio per questo mi interessava. Alla fine di questo giorni e pensando a quanto hanno detto docenti e studenti, resto dell'idea che il computer sia uno strumento: utile ma non sempre e non per tutte le lezioni e tutte le materie.

    Osservando quanto ogni studente fosse concentrato sul suo computer, i suoi appunti e il suo film si Netflix che aveva deciso di vedere durante l lezione, ho pensato che ognuno di loro si stava creando un modo a sè senza comunicare molto con gli altri studenti, che variano a seconda delle lezioni. Il numero alto dei suicidi in quella scuola e dei paesi scandinavi in genere (ma davvero sono i più felici, come dicono certi sondaggi?) mi ha fatto pensare a quanto questi ragazzi siano piuttosto soli e comunichino poco. Anche nelle lezioni di lingua a cui abbiamo assistito (inglese, spagnolo, russo e tedesco) le attività erano decisamente individuali e la vera interazione tra gli studenti c'è stata solo nella lezione di russo, in cui la docente - bravissima e molto carismatica- ha fatto fare un dialogo a coppie e poi il feedback finale. Sarà una deformazione professionale dato che insegno lingua inglese, ma ho davvero notato questa poca attenzione all'interazione a coppie e alla vera comunicazione in cui gli studenti esprimono opinioni ad altri.

    Come Linda, ho visto quanto sia difficile riuscire ad attirare l'attenzione degli studenti se tutti hanno un computer davanti: la soluzione è sempre quella della capacità del docente di farsi ascoltare, appassionare e far fare agli studenti un vero percorso di apprendimento.

    Come docente, ho apprezzato molto l'utilità di una piattaforma tipo ITSlearning e mi piacerebbe sperimentare qualcosa di simile nella nostra scuola.

    Ringrazio anch'io di aver avuto questa opportunità di conoscere docenti e una scuola diversa. Ora torno ad insegnare con alcune idee in più ma anche con la voglia di curare sempre più la comunicazione significativa tra studenti e tra docente e studenti.

    Thanks a lot!

    Fulvia