8 Maggio - Per gli elaborati finali
IMPORTANTE: le scalette d'esame, nel weekend, me le mettete qui?
E' una specie di padlet, ma con più spazio per scrivere,vedrete che è facile. Ho una riunione lunedì con la Dirigente e gli altri coordinatori per parlare dell'argomento, vorrei avere un'idea di cosa fate ma non metto un compito su Classroom perché è meglio farlo dopo, quando avremo le idee più chiare. Per piacere, rimettetele qui anche se me le avete già mandate per mail. Le faccio vedere lunedì.
http://linoit.com/users/zerolalla/canvases/Scalette%20per%20esame
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Settimana 1 - 6 Maggio
Questa settimana, conosciamo Giovanni Pascoli.
E' uno dei poeti rappresentativi del Decadentismo italiano, ma esplora di questa corrente solo alcuni aspetti:
- la ricerca interiore,
- la soggettività,
- la suggestione del ricordo, dell'illusione, della nostalgia,
- il fascino e l'ambiguità della morte.
E' il poeta delle piccole cose, dello stupore, della meraviglia, del rimpianto per l'infanzia e del "nido" perduti.
Altri aspetti del Decadentismo, come il superomismo o la volontà di fare della propria vita un'opera d'arte, gli sono totalmente estranei.
Fu lui stesso a chiarire, in uno scritto teorico, il suo modo di intendere la poesia: ne "Il fanciullino", Pascoli dice che dentro ognuno di noi c'è un bambino che guarda la realtà con occhi incantati ed ingenui, e che è sempre pronto a stupirsi di ciò che lo circonda. I poeti sono persone speciali, che sanno dare voce al loro "fanciullino" interiore e che quindi riescono ad esprimere i misteri della vita oltre la logica, con l'intuizione e la sensibilità di chi vede "oltre".
La sua ricerca sulla lingua, le innovazioni che introduce nel linguaggio poetico, l'uso innovativo di figure retoriche come la sinestesia (= unione di sensazioni), la ricerca della musicalità dei suoni, rendono le sue liriche tra le più belle ed evocative della lingua italiana.
Studiare le pagine 272 e 273. Leggere la poesia X Agosto a pagina 274.
Gli esercizi 1-13 a pagina 275-276 li faremo insieme durante la lezione di martedì 28.
Inviate quindi le foto o lo scan delle due pagine sul nostro corso in Classroom.
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Settimana 22 - 30 Aprile
Verso il 1870 in Europa si verificò la prima crisi di sovrapproduzione industriale. Come ricorderete, una conseguenza di questa crisi fu l'emigrazione dall'Europa, soprattutto verso gli Stati Uniti e l'America del Sud.
Questa crisi però fu superata velocemente, in sostanza grazie a due fattori:
- il progressivo sviluppo dell'industria e dell'organizzazione del lavoro (quindi, più persone lavoravano e guadagnavano)
- la conquista di veri e propri imperi coloniali da parte delle potenze europee (ricordate? L'Africa, di cui furono sfruttate le materie prime, spesso obbligando gli abitanti a commerciare solo con la madrepatria e ricomprare i prodotti finiti).
In questo contesto, si modificò profondamente anche la mentalità e la posizione degli intellettuali.
Il Naturalismo ed il Verismo furono rapidamente superati e si diffuse un movimento che per tanti aspetti ricorda il Romanticismo, ma esasperandone le caratteristiche:
il Decadentismo
Anche questo movimento, come il Naturalismo, nacque in Francia: inizialmente, il termine "Decadente", proprio come era successo per "romantico", ebbe un'accezione negativa. Ma ben presto gli intellettuali accettarono questa definizione come un vanto. In Francia, si riunirono attorno ad una rivista, che prese appunto il nome di "Le Décadent", pubblicata a partire dal 1886.
- La corrente si sviluppò a partire da un gruppo di poeti francesi, tra cui Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmeé. Sono detti "poeti maledetti" perché vissero vite trasgressive, cercando di fare della propria esistenza un'opera d'arte.
- Rifiutavano la ragione, la scienza, il razionalismo (tutto il contrario del Verismo).
- Secondo loro, la realtà non si conosce con la ragione ma con i sensi e con l'intuizione (tutto il contrario del Verismo): volevano quindi provare tutte le esperienze, anche le più estreme.
- Proponevano una poesia profondamente individuale e soggettiva (tutto il contrario del Verismo).
- Esaltavano la bellezza come valore, completamente slegata dalla morale (bellezza soggettiva, non oggettiva come quella del Neoclassicismo).
- Proponevano una visione della poesia e dell'arte che fosse soprattutto bella (fine a se stessa, senza contenuti educativi o morali).
- Per questo motivo, introdussero grandi innovazioni nella lingua e nell'uso della lingua poetica (molte poesie sono bellissime per suoni ed immagini), facendo ricorso a molte ed elaborate figure retoriche.
Guardate questo video di sintesi:
Studiate sul libro di Letteratura da pagina 269 a pagina 271.
Non vi preoccupate, parleremo di questi argomenti insieme, nell'incontro di stasera. Intanto, vi chiedo di rispondere alle domande in questo forum LINK esprimendo le vostre riflessioni.
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Settimana 6 - 15 Aprile
In questi giorni vi chiedo di continuare la vostra riflessione sul Verismo e Verga, in particolare sull'ultima novella che abbiamo letto, Rosso Malpelo. Ve la ricordate?
Rosso Malpelo - Verga.pdf
La settimana scorsa ci siamo concentrati sulla figura del protagonista, un ragazzino discriminato e perseguitato per un pregiudizio (legato al colore dei suoi capelli) e per la sua estrema povertà.
Questa settimana vorrei che riflettessimo insieme su due aspetti:
1) il contesto in cui il protagonista si muove. Come ricorderete, Verga vuole rappresentare la realtà del suo tempo: quindi è molto importante sia il quadro geografico che quello sociale all'interno del quale il personaggio si trova (ricordate il "regionalismo" caratteristico dei veristi? Ecco, qui si parla della realtà e delle classi sociali povere in Sicilia).
- Rileggete il testo, facendo particolare attenzione alle figure che si muovono intorno a Malpelo, personaggi secondari o semplici comparse. Rispondete poi alle domande in questo forum: link
2) le tecniche di narrazione di Verga, in particolare quelle che gli permettono di mantenere la fedeltà al "vero" e l'impersonalità (cioè l'oggettività, il non dare giudizi. Ricordate? Lo scrittore deve come scomparire. Verga diceva che deve sembrare che la storia si sia scritta da sé.)
- Riflettete ora sul punto di vista dell'autore e sull'uso del linguaggio nella novella. Rispondete quindi alle domande in questo forum: link
Per il 15, esercitatevi anche a saper raccontare a voce entrambe le novelle di Verga lette.
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Settimana 30 Marzo – 5 Aprile
Nelle scorse settimane abbiamo affrontato il movimento letterario del Verismo, anche attraverso l'opera del suo maggior rappresentante, Giovanni Verga.
La settimana scorsa abbiamo letto la novella "La roba": il protagonista, Mazzarò, è un bracciante arricchitosi col duro lavoro e con l'astuzia, che alla fine della sua vita si accorge però di non aver ottenuto nulla, poiché non potrà portare con sé nella morte la sua "roba". E', come tutti i personaggi di Verga, un vinto, cioè un uomo sconfitto dalla vita: ha provato a migliorare la propria condizione, ma non c'è riuscito.
Questa settimana leggeremo insieme un'altra famosissima novella di Verga, forse la più celebre, considerata uno dei capolavori del Verismo.
Si intitola "Rosso Malpelo" ed è la storia di un ragazzino povero, costretto a lavorare in miniera, odiato da tutti e considerato cattivo solo perché ha i capelli rossi.
Tutti - lui compreso - si sono perfino scordati il suo nome e lo chiamano "Rosso Malpelo" (= rosso cattivo) per disprezzo.
Col passare del tempo, l'odio e il disprezzo di tutti porteranno anche lui a credere di essere cattivo e di non meritarsi niente - di essere, alla fine, come un animale.
L'unica persona che lo ama è suo padre: ma il padre muore crudelmente, soffocato da una frana in miniera. Nessuno vuole andare a salvarlo, persino l'ingegnere che dirige i lavori della cava non vuole andare, perché è a teatro e non vuole perdersi lo spettacolo.
Dopo la morte del padre, la madre e la sorella abbandonano Malpelo, perché la sorella si risposa, va a vivere col marito e si vergogna di lui.
Malpelo fa amicizia con un altro bambino sfortunato, ma anche lui muore, dopo essersi ammalato in miniera.
Alla fine Malpelo, solo al mondo, si offre volontario per esplorare un tunnel in cui nessuno vuol addentrarsi. Nessuno vuole andare, perché tutti hanno una famiglia, degli amici. Lui, che non ha nessuno, entra nel tunnel e scompare.
E la superstizione dei capelli rossi lo perseguita anche dopo morto, perché le persone continuano ad odiarlo e temerlo, pensando che si ripresenterà come un fantasma, anche se lui non ha fatto loro niente di male.
- Per prima cosa, leggete la novella (gli esercizi sotto non vanno fatti):
Rosso Malpelo - Verga.pdf
- Poi guardate i due video
- Leggete la spiegazione sotto.
E- infine completate le riflessioni proposte in questo forum: LINK
Lo scrittore descrive la realtà di sfruttamento e miseria della gente in Sicilia, realtà che egli conosceva molto bene: la vicenda è perciò un documento delle condizioni di vita delle classi povere alla fine del 1800.
E' anche un ritratto, di grande attualità, di un adolescente - Rosso Malpelo - condannato dai pregiudizi e dalla violenza sociale alla solitudine, all'emarginazione e infine alla morte.
Da questa novella è stato tratto un film nel 2007, diretto e sceneggiato da Pasquale Scimeca. E' totalmente in lingua siciliana, in chiave verista, ed è sottotitolato in italiano. E' un film bello ma tristissimo, visto l'argomento.
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Settimana 23 – 29 Marzo
Se ricordate dalla scorsa settimana, dopo Neoclassicismo (fine 1700) e Romanticismo (prima metà del 1800), siamo arrivati al Verismo (seconda metà del 1800).
Gli scrittori non sono più interessati alle passioni, alla soggettività e ai sentimenti, ma a rappresentare la realtà in modo oggettivo. L'autore deve essere così impersonale da sembrare che non ci sia nemmeno.
Studiate la vita di Verga, alla pagina 250 e 251, e "l'ideale dell'ostrica" alla pagina 251. (Non "I Malavoglia": ne parleremo la prossima volta)
Guardate poi questo video di sintesi:
Per comprendere bene le caratteristiche della narrazione di Verga, leggiamo insieme una novella: si intitola "La roba".
E' la storia di Mazzarò, un umile bracciante che, con intelligenza, astuzia e voglia di lavorare, si fa pian piano strada nella vita: comincia fin da giovane ad accumulare "roba", finendo per riuscire a comprare anche quella del suo padrone nobile, caduto in miseria, e diventando ricchissimo.
Sembra una storia di successo (Mazzarò da misero bracciante è diventato ricchissimo): invece, non lo è. Mazzarò non si gode nulla della sua ricchezza; è così avido che non spende niente, vive lavorando sempre, mangia pochissimo, è solo ossessionato dall'idea di avere altra "roba" (= terre coltivate, animali, poderi, granai ...).
Al momento della vecchiaia, Mazzarò capisce che di tutta la sua roba non potrà portare nulla con sé nella morte. In punto di morte, impazzito, esce di casa e comincia ad ammazzare i suoi animali gridando "roba mia, vientene con me!".
Prima di leggerla, guardate questo video di presentazione:
Leggete poi la novella, da pagina 257 a 261. Oppure leggetela qui
La roba - Verga.pdf
(ma se avete il libro è meglio, c'è la spiegazione delle parole in dialetto)
Nota: non fatevi spaventare dall'inizio che può apparire noioso e ripetitivo! L'autore vuole dare proprio quell'effetto di "ripetizione" per far capire quanta "roba" possiede Mazzarò. Dopo l'elenco di tutto ciò che possiede, la narrazione diventa più semplice.
Esercitatevi a raccontare la novella a voce. Potete prendere spunto dal riassunto che vi ho fatto io, o da quello del video.
Dopo aver letto la novella e visto i video, rispondete sul forum LINK alle seguenti domande:
1) Anche se era nato a Catania, e nelle sue opere parlò sempre della Sicilia, quali furono le due città in cui Verga soggiornò ed elaborò le sue teorie letterarie?
2) Erano due città culturalmente importanti anche nel periodo del Romanticismo? Ricordi altri scrittori che ci hanno vissuto o soggiornato?
3) Chi è Mazzarò e dove vive?
4) Come viveva da giovane?
5) Come ha fatto ad arricchirsi tanto?
6) Come si comportava il barone con i suoi braccianti? Li sorvegliava?
7) E Mazzarò come si comporta con i suoi braccianti?
8) Perché Mazzarò si prende tutte le cose del barone, ma non è interessato al suo stamma di pietra?
9) Cosa ci fa capire questa scena sulla situazione della nobiltà alla fine del 1800?
10) Che cosa dice Mazzarò prima di morire? Perché?
11) Quali dei problemi dell'Italia unita puoi trovare accennati in questa novella?
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Settimana 16 – 22 Marzo
NOTA - Leggere tutto: le domande sono in fondo alla pagina, nel forum.
Proviamo questa settimana ad andare un po' avanti.
Ricordate? Con Foscolo, Leopardi e Manzoni ci collochiamo nel primo Ottocento, nel movimento letterario del Romanticismo, su cui abbiamo lavorato moltissimo (per la verità, se ricordate, Foscolo sta fra Neoclassicismo e Romanticismo).
Andando avanti, nel corso del 1800, la situazione cambia:
- le guerre per l'indipendenza nazionale sono finite,
- si sono creati nuovi Stati nazionali (come Germania e Italia),
- c'è la Seconda Rivoluzione Industriale,
- si sviluppa la medicina, la chimica,
- e si diffondono nuove teorie scientifiche ("L'origine delle specie" di Darwin viene pubblicato nel 1859).
Tutto questo porta ad un cambiamento della mentalità e quindi anche dei gusti e delle correnti letterarie. Per certi aspetti, sembra di riavvicinarsi alle idee dell'Illuminismo (1700): le ricordate? Al centro di tutto si metteva la ragione. Ora, al centro di tutto si mette la scienza.
Non ci si concentra più sull'immaginazione, le passioni, l'amore, la morte, la religione, l'individualismo, ma sulla verità, l'oggettività, la scienza.
Questo nuovo movimento letterario prende il nome di Naturalismo in Francia e Verismo in Italia.
I veristi rifiutano il Romanticismo con la sua introspezione e la sua attenzione ai sentimenti: vogliono invece rappresentare la realtà così com'è, in modo oggettivo, come se lo scrittore non ci fosse nemmeno (ricordate quando Manzoni commentava le scelte di Renzo e Lucia ne "I promessi sposi"? Oppure parlava con il lettore mettendo le proprie riflessioni? Ecco, i veristi NON lo fanno! Il narratore è esterno ed il più possibile impersonale).
Studiate le pagine 248-249 sul libro e poi guardate questi video:
ESERCIZIO
Dopo aver studiato le pagine sul libro e guardato i video, rispondete alle domande nel forum (vi servirà anche ripassare il capitolo di storia sui problemi dopo l'Unità d'Italia).
Il forum è qui: link oppure scorrete la pagina fino in fondo!
NOTA: questo è un argomento semplice, ricco di collegamenti e ideale per il colloquio d'esame. Studiatelo con attenzione.
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Settimana 9 – 15 Marzo
Nota: scorrete la pagina! Gli esercizi sono in fondo!
Vi lascio alcuni materiali su Giacomo Leopardi, che stavamo leggendo in questi giorni.
Questa è una breve presentazione:
E poi ci sono queste due belle letture delle nostre poesie... (vi metto anche gli originali, guardate che calligrafia!).
Operette morali
Come abbiamo detto in classe, Leopardi scrive anche in prosa. Le "Operette morali" sono una raccolta di prose tra il filosofico, il satirico e il fantastico, che Leopardi compone tra il 1822 e il 1824 a Recanati. In questa raccolta, l'autore chiarisce il significato del suo pessimismo: il limite delle illusioni, la certezza del dolore. Come vedrete, si tratta di prose brevi e di agevole lettura, ma inquietanti per la profondità dei significati.
Cominciamo da questa:
Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere.pdf
Non fate gli esercizi del pdf, li trovate in fondo a parte.
Leggete semplicemente il dialogo e poi guardate questo video, vecchio ma molto ben fatto, ad esso ispirato.
Esercizi:
- Contribuire al Padlet qui sotto (mettete il vostro nome come titolo)
- Rispondere alle seguenti domande (potete mandarmi le risposte per mail, in allegato, o per messaggio privato qui sul TwinSpace):
1. Quali caratteristiche ha il personaggio del passeggere e quali sono le sue idee sul futuro e sul passato?
2. Quali caratteristiche ha il personaggio del venditore di almanacchi? E' più ingenuo o più saggio del passeggere?
3. Qual è il messaggio che emerge dall'intero dialogo? Secondo Leopardi, com'è la vita dell'uomo? E cosa desidera, in realtà, l'uomo dal futuro?
4. Tu accetteresti di rivivere la vita esattamente così come l'hai vissuta? Oppure sei d'accordo con l'autore e vorresti una vita di cui non sai nulla ("una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo")? Spiega il perché.