La scuola ai tempi del Coronavirus
Testimonianze dalle scuole partner in Germania e Irlanda
Comments from my colleagues from the partner schools: Gabrieli Gymansium and Gorey Community School.
Daniela Calzoni – teacher of English Liceo Linguistico Giovanni da Castiglione – Castiglion Fiorentino- Arezzo
The longlasting exchange tradition between Gorey and Castiglion Fiorentino as well as Eichstatt and Castiglion Fiorentino has been interrupted (but only physically) because of the Coronavirus. Despite the two countries are two weeks behind us, they accepted my request to share with us their feelings and experience with distance-learning. I would like to thank them for their time. Hope you enjoy reading ‘drops’ about their experiences.
“I was unprepared. Everyone was… We are using the MEBIS platform ( or simply e-mailing to the pupils) otherwise we are using YouTube and special programmes on Tv ( Ard Alpha) that are also available in the Internet. We are strictly forbidden to use whastup or facebook as they might be unsafe.” (Chistiane B. Gabrieli Gymnasyum- English and Literature teacher)
“I have been doing online video classes for the last ten days and it's going great! I use Microsoft Teams and I get the students to keep their microphones on and I keep engaging with them and continue to ask questions as I teach .... easy with maths. I set homework on assignments and it keeps a record of who does the work and who doesn't and if they deliver it on time. You have the ability to make comments on their work which is delivered to them immediately. There is a facility on Teams also to give revision work and communicate with the students.
We also gave school emails addresses which I ask my senior students to send the essay type work and I can review it and meet them online as a class or individually. It's all working very well.” ( Rosemary L. Gorey Community School- Maths teachers)
“We are using Office 365 Teams. It has been a learning curve for us all. We try to do online classes in accordance with their timetable and when we would normally teach them. Some students have issues with Wii Fii signals where they live or might not have working microphones on their devices which can prove challenging.I upload all my notes and powerpoints to Teams and set assignments for the students to complete. The English Department have our own Watts App group where we share resources and check in with each other to make sure there is continuity in the work we are giving students. I find some students are struggling with increased levels of anxiety as they are missing the structure of the school day.” ( Deborah C. Gorey Community School- English teacher)
“ We are all well in beautiful isolation at home in Tinnock. Yes we are using on like learning. We have Microsoft 365 suit of apps. Teams is the application that lets you make class groups set assignments live text and chat do on line classes too. It’s got built in Zoom the video conferencing app. Teachers are linked by department team group too. I have made a YouTube channel to share tutorials with my students. I use Screencast o matic to make the clip it records what ever is on your screen and you can add a voice over. I then share them with the students. If you are not familiar with teams I made a video clip to explain it to students I can send it. And of course everything is on the website Paul has done a fantastic job supporting us. Hopefully that is helpful.” (Grainnie Mc- Gorey Community School Science teacher)
“Yes, I’ve devised the webpage for the staff and update it. I've been doing online learning with my students and email of course. I'm using Microsoft teams, it's good as you can upload lessons, group or individual chat and video conference. I’m sending screenshots of our tutorials as well as the actions which are available. We can through all my students, who has worked who hasn not, communication, feedback and evaluation.” ( Paul Mc- Gorey Community School- Art Teacher)
https://www.goreycs.ie/
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La scuola ai tempi del Coronavirus: quando lo ‘stravagante’ diventa consuetudine!
Breve riflessione di Daniela Calzoni, docente di lingua e letteratura inglese presso il Liceo Linguistico “Giovanni da Castiglione” di Castiglion Fiorentino (Arezzo)
“Nel mezzo del cammin di nostra vita
ci ritrovammo in rete digitale oscura
che la lezione in classe era svanita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
questa DaD vasta e avversa e sconosciuta
e a pensarci a qualcuno fa paura!”
Il momento che stiamo vivendo è quasi surreale. Nel giro di pochi giorni a fine febbraio, tra il leggere le notizie relative al virus che stava mietendo migliaia di vittime in Cina e la preparazione del bagaglio, data la mia partenza imminente per il consueto scambio culturale a Gorey con la classe 2L, mi sono ritrovata davvero in una ‘selva oscura’ che altro non era se non la realtà. Da quel momento quello che sembrava ordinario, e spesso diciamocelo, anche un po' noioso, adesso diviene straordinario, eccezionale. La tua giornata è stravolta, la tua routine è dettata da restrizioni necessarie, la vita sociale, culturale e lavorativa diventa ‘social’, virtuale. E dopo solo pochi giorni dal primo decreto della chiusura delle attività didattiche a scuola e in seguito, da quello relativo a ‘Io resto a casa’ mi sono fatta la domanda: “come avremmo fatto senza Internet?”.
Questa situazione drammatica mi fa sentire, al contrario di tanti che postano su facebook contro l’Europa, ancor più cittadina italiana, europea e del mondo. Si, perché in tutto questo dolore che avverto giornalmente non posso che sentirmi ancora più parte di una comunità, una grande comunità accumunata dallo stesso dolore e dallo stesso dramma, senza confini e senza colori. E dico grazie alla tecnologia, alla digitalizzazione, alle communities perché ci fanno sentire meno soli e ci permettono di condividere e collaborare.
E questo si ricollega al titolo del mio intervento: quando lo stravagante diventa consuetudine.
Chi mi conosce sa bene che da anni mi piace sperimentare, fare progetti, usare apps, lavorare in team, usare siti per la didattica, Youtube, classi online e quant’altro con i miei studenti ma fino ad ora, per molti questo sembrava un po' ‘stravagante’ nel senso che se esci dalla tua comfort zone della lezione tradizionale, del libro di testo, delle interrogazioni, sei o un po' strano o un innovatore a cui piace trascorrere molto tempo extra scolastico per preparare le cose. Devo dire comunque la verità. I miei colleghi mi hanno sempre apprezzata per tutte le cose in più o ‘diverse’ che facevo e non ho mai avvertito invidia o avversione, però è sempre stato difficile coinvolgere un numero maggiore in una didattica più digitale e di condivisione, come a me sarebbe piaciuto. Tuttavia, il momento storico che stiamo vivendo, ci porta nel rendere tutto ciò che sembrava ‘extra- ordinario’ in ordinario, lo ‘stravagante’ in consuetudine.
Come lo sto vivendo? Con dubbi e incertezze, ovvero, ‘sto facendo bene?’ ma anche con molta serenità, ovvero, ‘ non sono sola, insieme verrà fuori del buono’.
Il giorno dopo la chiusura il Dirigente scolastico ha subito convocato su Skype il team dei collaboratori, di cui faccio parte, per dare delle linee guida a tutti i docenti e informare famiglie e studenti sulla procedura della DaD. Purtroppo la maggior parte dei docenti si è trovata impreparata e all’inizio hanno dovuto far fronte ad azioni che per loro erano del tutto nuove, dal semplice caricamento del materiale nella Sezione Didattica di ClasseViva, allo scrivere sull’Agenda, oltre alla difficoltà e talvolta, riluttanza, nell’utilizzo del computer in genere. Per non parlare poi di tutto ciò che riguardava lezioni registrate e/o lezioni on line su ZoomUs, la piattaforma suggerita dal dirigente. Successivamente, con alcuni docenti più esperti, abbiamo fatto una sommaria formazione sulle procedure di base e utilizzo delle piattaforme e sono partite le lezioni online per tutte le materie con orario ridotto (la metà delle ore settimanali, in genere). Il team si incontra su Skype con scadenza di 7 o 10 giorni.
Personalmente non ho dovuto cambiare molto perché il digital mind-frame c’era già in me. Tuttavia il lavoro si è moltiplicato perché ho dovuto dare un ordine logico, sistematico ed efficace e l’incertezza della data del rientro non mi ha aiutato molto, all’inizio.
Al momento, la mia programmazione si basa su due settimane e prevede 4 lezioni online per classe che svolgo con i ragazzi e registro grazie alla possibilità di farlo con Zoom, secondo calendario fornito dalla scuola e disponibile su registro elettronico, oltre a materiale per Flipped Classroom, slides, video You Tube, video da me creati, lezioni TedEd, Kahoot, siti didattici online, spesso con restituzione in padlet o framepad. Cosa mi manca? Mi manca il rapporto diretto con gli studenti, il feedback immediato, il ruolo di facilitatore e qualche risata in più. Cosa mi piace di tutto questo? Il fatto che i famosi contenuti relativi alle varie classi si amplia in maniera esponenziale utilizzando fonti diverse e diventando tutto ‘traversale’ in termini di abilità e competenze. Dal semplice ‘present continuous’ per descrivere una immagine, spesso usato anche per la preparazione del Preliminary English Test in prima, abbiamo spaziato sulla Street Art, graffities e Bansky con documenti autentici e con lavori di restituzione e presentazione personalizzati. Da un brano tratto da “Romeo& Juliet” per le classi di letteratura, stiamo lavorando a un padlet “From Shakespeare with Love” dove si parla di amore in senso più ampio, amore per la vita, amore per l’ambiente, l’amore come dolore e gli studenti, sempre dopo aver analizzato materiali vari e autentici, produrranno un loro lavoro e a loro più congeniale, sotto forma di Kahoot, Wordcloud, story board o video con canzoni da loro eseguite e scritte.
Gli studenti hanno reagito in realtà con molto entusiasmo nonostante alcune difficoltà oggettive come la scarsa connessione- alcuni ragazzi vivono in zone isolate della Vadlichiana o del Lago- e mancanza di strumentazione - il 30% delle classi utilizza solo lo smartphone e non ha padlet e computer a casa. Al momento sono sempre presenti alle lezioni e se non riescono mandano un messaggio su whatsup. L’aspetto che più mi ha sorpresa è che fanno i ‘compiti’ in modo più regolare e quando si tratta di restituzione di lavori personali (creative writing, canzoni, slide presentations, video registrazioni, quiz ecc) non manca mai nessuno all’appello. E questo, confrontandomi con i colleghi, vale anche per quelle discipline in cui erano abituati a lavorare più ‘tradizionalmente’, diciamo.
Ecco, non credo di avervi detto nulla di nuovo, soprattutto agli eTwinners che ringrazio infinitamente per gli utilissimi webinars e per la condivisione delle loro esperienze. Tuttavia credo nel concetto di ‘sharing is caring’ pertanto, anche se non ho molto da dire, questa condivisione mi fa sentire parte di un tutto.. di un tutto che si chiama scuola e in cui credo, un tutto in cui docenti e studenti cresceranno insieme in questo periodo che ci ha trovati impreparati ma battaglieri!
Buon Lavoro!
Daniela